Tu dormi ragazzino innocente
il tuo respiro quasi non si sente
la luna che ti bacia con il suo veleno
io che non riesco a fare a meno
di quella ferita che m’hai aperto in gola
gridandoti “io non voglio essere più sola”.
E se è vero quel che si dice sull’amore
che la mano lava via dall’altra quel sudore
mischiato al sangue caldo delle vene
assorbi pure nei tuoi occhi tutte le mie pene.
E i nostri sogni veri solo in una rima
e noi non siamo più quelli di prima,
ma non c’è modo di fare il nostro viaggio
se alle mie mani manca il tuo coraggio.
Tu dimmi pure che la vita non ha senso
in una stanza d’amore e fumo denso
ma ora non alzarti da quel letto
che ho una rima chiusa in un cassetto
per chiedere perdono al Padre Nostro
se tra il mio Credo e il vostro
ho scelto quello mio, vivendo di nascosto
perché i pazzi non hanno un posto.
L’ha ribloggato su Alessandria today.
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Una bella poesia! Complimenti.
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Ti ringrazio di cuore! A presto 😊
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Che bella che è questa! fa battere il cuore…al ritmo d’ogni rima che chiama struggente
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Ti ringrazio di cuore, Franz.
Sono versi nati così, senza quasi averli pensati.
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arrivano come suoni ineludibili…a volte
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Vero…
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😘
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Buona serata, Franz. Un abbraccio.
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A te…
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la luna che ti bacia con il suo veleno.
Mi piace assai e poi ‘sta luna che approfitta del sonno beato e dimentico di lui.
E tu che hai fatto per fermare il veleno? La luna, la luna degli innamorati che avvelena uno dei due. O forse entrambi, perché gli sguardi sono sempre personali, individuali. La luna con la sua aura d’innocenza forse i suoi raggi colpiscono anche per farli lasciare.
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Mi veniva in mente un raggio di luna che filtra dalle fessure di una finestra, rischiarando e rendendo più bello un volto addormentato.
E la bellezza, si sa, seduce e ammalia, mostrando all’anima di chi guarda il suo venefico potere.
Non è un caso, infatti, se la parola greca φάρμακον poteva significare sia il veleno sia l’antidoto che ad esso rimedia.
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Ecco gli occhi di una poetessa che si adagiano furtivi e leggeri. Queste son carezze rubate. E mai in questi casi bisogna essere ladri.
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E sono quelle carezze che possono essere veleno o antidoto…
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La luna non mostra le due facce … la luna è la quintessenza della donna. O forse è la donna a essere condizionata dalla duplicità del veleno e dell’antidoto. Ho visto donne passeggiare assieme alla luna. E le stelle a brillare coma a una festa della natura.
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E forse a brillare sono proprio quelle donne che hanno capito che, spesso, ciò che le avvelena coincide con l’antidoto che può salvarle.
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Bisogna risalire, accade spesso.
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